10.2.14

Occidente per principianti


Bestemmia, urla silenziosamente, respira a fatica, serve una boccata di tabacco per svegliare l’anima che scuote lo stomaco fino alle viscere.
Nuovo progetto: evviva! Altre idee da vomitare. Presto il bisogno di tagliarsi la lingua lo scuoterà di nuovo, per questo si porta avanti mordicchiandola un poco fino a procurarsi leggeri taglietti che lasceranno segni indelebili. 
Tic, tic, tic, le dita battono sul mouse per ore, ore e ore. Chiudi. Sbagliato.
Non va bene. Rifare tutto daccapo. Una tela, datemi una tela.

Bestemmia, urla silenziosamente, respira a fatica. 
Un’altra volta, un’altra boccata. 
Non un lamento, solo affanno lo circonda.
Un pennello, datemi un pennello.

Tic, tic, tic, il mouse finisce con il confondersi con la lentissima lancetta dei secondi. Uscire, andare fuori, in carrozza! Si sale, solite facce, solita gente, più o meno i soliti discorsi fatti di tradimenti, parrucchieri conditi da un puzzo di polvere mista a umidità.

Corri, corri più veloce. Stop, le porte si aprono.
Specchio d’acqua. 
Colore. 
Tela. 
È ancor vivo.
Alessandro Secchi



Allora la mia mente ebbe quello che sarà stato l’unico lampo di genio della mia infanzia; capii che, qualunque cosa facessi, la potevo paragonare a un gioco. 

Juan Rodolfo Wilcock