Fortuna de' savi
Gran fortuna è 'l saper,
possesso grande più dell'aver;
né i savi ha sventurati
l'esser di vil progenie e patria nati:
per illustrarle son sorti ammirande.
Hanno i guai per ventura,
che più spande lor nome e gloria,
e l'esser ammazzari gli fa
che sien per santi e dèi adorati,
ed allegrezza han da contrarie bande:
ché le gioie e le noie a lor son spasso,
come all'amante pare il gaudio
e 'l lutto per la sua ninfa:
e qui a pensar vi lasso.
La il sciocco i ben pur crucciano,
e più brutto nobiltà il rende,
ed ogni tristo passo
suo sventurato fuoco
smorza in tutto.
Tommaso Campanella
Divinità con molte braccia, in ordine di apparizione:
A. Demone de l'Assalto di Màra, Tun-huang, ca. X secolo,
Parigi, Musée Guimet.
B. La Fortuna da Boccaccio, Giovanni Senza Paura, 1409-1419,
Parigi, Bibliothèque de l'Arsenal, ms. 5193, f. 229.
C. Prodigio de La Cronaca di Norimberga, Wolgemut, 1493.
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