24.12.10

Righine colorate di spessori diversi 3


La fronte di Jeff Koons luccicava leggermente; Jed la sfumò con il pennello e indietreggiò di tre passi. C'era decisamente un problema con Koons. Hirst, in fondo, era facile da cogliere: lo si poteva fare brutale, cinico, del genere "vi disprezzo dall'alto della mia ricchezza"; lo si poteva anche fare artista ribelle (ma pur sempre ricco) che prosegue un lavoro angosciato sulla morte; c'era infine nel suo volto qualcosa di sanguigno e di pesante, tipicamente inglese, che lo avvicinava a un tifoso dell'Arsenal. Insomma, c'erano differenti aspetti, ma si potevano combinare nel ritratto coerente, rappresentabile, di un artista britannico tipico della sua generazione. Koons invece sembrava portare in sé qualcosa di doppio, come una contraddizione insormontabile fra la scaltrezza ordinaria dell'agente di commercio e l'esaltazione dell'asceta. Erano già tre settimane che Jed ritoccava l'espressione di Koons che si alzava dalla sedia, le braccia protese in uno slancio di entusiasmo come se tentasse di convincere Hirst; era difficile quanto dipingere un pornografo mormone.

Michel Houellebecq - La carte et le territorie

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