18.12.12

Per chi ama viaggiare con calma senza fretta




Test 

Cos'è un antipoeta:
Un commerciante di urne e bare?
Un sacerdote che non crede in niente?
Un generale insicuro?
Un vagabondo che ride di tutto
Anche della vecchiaia e della morte?
Un interlocutore irascibile?
Un ballerino sull'orlo dell'abisso?
Un narcisista che ama tutti?
Un burlone sanguinario
Deliberatamente miserabile
Un poeta che dorme su una sedia?
Un alchimista dei tempi moderni?
Un rivoluzionario tascabile?
Un piccolo borghese?
Un ciarlatano?
               Un dio?
                        Un innocente?
Un paesano di Santiago del Cile?
Sottolinei la frase che considera corretta. 
 
Cos'è l'antipoesia:
Una tempesta in un bicchier d'acqua?
Una macchia di neve su una roccia?
Un vassoio pieno di escrementi umani
come crede padre Salvatierra?
Uno specchio che dice la verità?
Uno schiaffo al Presidente
della Società degli Scrittori?
(che Dio l'abbia in gloria)
Un avvertimento ai giovani poeti?
Una bara a reazione?
Una bara a forza centrifuga?
Una bara a gas di paraffina?
Una camera ardente senza defunto? 
 
Barri con una croce
La definizione che considera corretta. 

Nicanor Parra

10.9.12

Ho sognato

Ho sognato


che un uomo si voltava a guardare


il paesaggio anamorfico dei sogni,


e che il suo sguardo era duro


come l'acciaio 


ma si frammentava 


anche in sguardi multipli 


sempre più innocenti, 


sempre più indifesi. 

25.8.12

Il segreto


I poeti realvisceralisti Arturo Belano e Ulises Lima immobili a guardarla

Il segreto (...) è però un simulacro del segreto, un segreto che ha perso la sua essenza e che opera modulato in due forme: il segreto ludico, che incanta, che genera entusiasmo ed il segreto che impone un fallimento, un disincanto (...). 
Il segreto simulacro non richiede di essere svelato; il segreto si mantiene sempre nell'indeterminazione. Perché l'indeterminazione è vita mentre la determinazione è la morte. Tutto quello che si territorializza, che si fissa, muore. Ad esempio, Cesarèa Tinajero ne I Detective Selvaggi muore poco dopo essere stata trovata. Trovare è uguale a morire. Tutto quello che viene trovato o svelato, muore o è già morto (...). 
Ormai non serve più cercare per trovare il significato, perché cercare non ha senso. Può aver senso solamente l'attraversamento, la fuga permanente. Per questo il detective istiga alla ricerca e alla fuga. Entrambi infatti si relazionano con il vitalismo. Belano, Lima, Amalfitano, Arcimboli sono i grandi fuggitivi che la sua narrativa ci propone. Scappano, ma cercano anche incessantemente, il che rende indeterminato ciò che si sta cercando o da cui si sta fuggendo. Senza fuga non c'è ricerca e senza ricerca non c'è fuga: questi sono i grandi punti di forza dei suoi testi. 

Patricia Espinosa

20.8.12

Vaghe cose ignote


Di quell'hidalgo di citrina e secca
pelle e d'eroico affanno si ritiene
che, in perpetua vigilia d'avventura,
non sia mai uscito dalla biblioteca.
La cronaca precisa che racconta
imprese e tragicomiche bravate
fu sognata da lui, non da Cervantes,
e altro non è che cronaca di sogni.
Uguale è la mia sorte. Anch'io ho sepolto
qualcosa d'essenziale e inestinguibile
in quella biblioteca del passato
dove lessi la storia dell'hidalgo.
Volta le lente pagine un bambino
e grave sogna vaghe cose ignote.

Lectores - Jorge Luis Borges

17.7.12

Credo





Credo nel potere che ha l’immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione. Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.
Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell’unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.
Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.
Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.
Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Credo nel nulla. Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.
Credo nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli intenti omicidi della logica.
Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.
Credo nei voli, nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche.
Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell’universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell’inesistenza dell’universo e nella noia dell’atomo.
Credo nella luce emessa dai videoregistratori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell’intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell’eleganza delle macchie d’olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell’aeroporto.
Credo nella non-esistenza del passato, nella morte del futuro e nelle infinite possibilità del presente. Credo nello sconvolgimento dei sensi in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.
Credo nei progettisti delle piramidi, dell’Empire State Building, del Führerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.
Credo negli odori corporali della principessa Diana.Credo nei prossimi cinque minuti. Credo nella storia dei miei piedi.Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi.Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione.
Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.
Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento.
Credo nel dolore.
Credo nella disperazione. Credo in tutti i bambini.
Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto.
Credo a tutti i pretesti.
Credo a tutte le ragioni.
Credo a tutte le allucinazioni. 
Credo a tutta la rabbia.
Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.
Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.



James Graham Ballard

8.7.12

Everybody talking at the same time



Kafka aveva compreso che i viaggi, il sesso e i libri sono strade che non portano da nessuna parte, e che tuttavia sono strade dove bisogna incamminarsi e perdersi per ritrovarsi di nuovo o per incontrare qualcosa, quello che sia, un libro, un gesto, un oggetto perduto, qualunque cosa, forse un metodo se si ha fortuna: il nuovo, quello che da sempre è stato lì. 

 



19.5.12

Ricordati di esser pícaro



Nel giro di due minuti, o anche meno, aveva già dimenticato tutti i suoi guai. Non che i suoi guai fossero meno pesanti o amari di quelli d'un adulto, ma un nuovo e prepotente interesse li alleggerì, togliendoglieli dalla testa, per il momento; proprio come le sfortune degli uomini vengono dimenticate nell'eccitazione d'una nuova impresa. Il nuovo interesse era una apprezzata novità nel fischiare, che aveva appena imparato da un negro, e non vedeva l'ora di provarla indisturbato. Consisteva in uno speciale cinguettìo, una specie di liquido gorgheggio, prodotto toccando con la lingua il palato a brevi intervalli, nel bel mezzo della musica. Il lettore, se è stato bambino, forse ricorda come si fa. In breve, una diligente applicazione gli diede padronanza della cosa, e così si mise a camminare giù per lo stradone con la bocca piena di armonia e l'animo pieno di gratitudine. Si sentiva più o meno come un astronomo che ha scoperto un nuovo pianeta. Non c'è dubbio, per quel che riguarda il piacere, che tutto il vantaggio va al bambino, non all'astronomo. 

Mark Twain - Le Avventure di Tom Sawyer

18.2.12

Il vuoto nei punti di vista


 "Per esempio, l'opera di Grosz mi appassiona," disse indicando i disegni di Grosz appesi alla parete, "ma conosco davvero la sua opera? Le sue storie mi fanno sorridere, a tratti penso che Grosz le abbia disegnate per farmi sorridere, certe volte il sorriso si trasforma in risata, e la risata in un attacco di ilarità, mi è capitato però di conoscere un critico d'arte a cui Grosz piaceva, è ovvio, ma che si deprimeva moltissimo quando visitava una retrospettiva della sua opera o per motivi professionali doveva studiare qualche tela o qualche disegno. E quelle depressioni e i periodi di tristezza gli duravano settimane. Eravamo amici, ma non avevamo mai toccato il tema Grosz. Una volta, tuttavia, gli raccontai cosa mi capitava. All'inizio non riusciva a crederci. Poi si mise a scuotere la testa da una parte all'altra. Poi mi guardò da capo a piedi come se non mi conoscesse. Pensai che fosse diventato matto. Ruppe per sempre la sua amicizia con me. Poco tempo fa mi hanno raccontato che va ancora in giro a dire che non so nulla di Grosz e che ho il senso estetico di una vacca. Be', per me può dire quello che vuole. Io rido con Grosz, lui si deprime con Grosz, ma chi conosce davvero Grosz? 
 "Supponiamo" disse la signora Bubis "che in questo momento suonino alla porta e compaia il mio vecchio amico, il critico d'arte. Si siede qui, sul divano, al mio fianco, e uno di voi tira fuori un disegno senza firma e dichiara che è di Grosz e che vuole venderlo. Io guardo il disegno e sorrido e poi tiro fuori il mio libretto degli assegni e lo compro. Il critico d'arte guarda il disegno e non si deprime e cerca di farmici ripensare. Per lui non è un disegno di Grosz. Per me è un disegno di Grosz. Chi dei due ha ragione?
 "Oppure possiamo impostare la storia in un altro modo. Lei" disse la signora Bubis indicando Espinoza "tira fuori un disegno senza firma e dice che è di Grosz e cerca di venderlo. Io non rido, lo osservo freddamente, valuto il tratto, la forza, la satira, ma non traggo alcun diletto dal disegno. Il critico d'arte lo osserva con cura e, come è naturale per lui, si deprime e subito fa un'offerta, un'offerta superiore ai suoi risparmi, che, se accettata, lo sprofonderà in lunghi pomeriggi di malinconia. Io tento di dissuaderlo. Gli dico che il disegno mi insospettisce perché non risveglia la mia ilarità. Il critico ribatte che finalmente vedo l'opera di Grosz con occhi adulti e si congratula con me. Chi dei due ha ragione?".

Signora Bubis

3.2.12

Tutte le statue volano via





Vladimir Majakovskij verso il 2150 tornerà di moda. James Joyce, nel 2124, si reincarnerà in un bambino cinese. Thomas Mann diventerà un farmacista ecuadoriano nel 2101. 
Marcel Proust entrerà in un lungo e disperato oblio a partire dal 2033. Ezra Pound sparirà da alcune biblioteche nel 2089. Vachel Lindsay diventerà un poeta di massa nel 2101. 
César Vallejo verrà letto nei tunnel nel 2045. Jorge Louis Borges verrà letto nei tunnel nel 2045. Vicente Huidobro diventerà un poeta di massa nel 2045. 
Virginia Woolf si reincarnerà in una narratrice argentina nel 2076. Louise-Ferdinand Céline entrerà in purgatorio nel 2094. Paul Éluard diventerà un poeta di massa nel 2101. 
[…] Cesare Pavese diventerà il Santo Patrono dello Sguardo nel 2034. Pier Paolo Pasolini diventerà il Santo Patrono della Fuga nel 2100. Giorgio Bassani uscirà dalla tomba nel 2167. 
Oliviero Girondo troverà il suo posto come scrittore per ragazzi nel 2099. Robert Arlt vedrà tutta la sua opera sul grande schermo nel 2102. Adolfio Bioy Casares vedrà tutta la sua opera sul grande schermo nel 2105. 
Arno Schmidt risorgerà dalle ceneri nel 2085. Franz Kafka sarà di nuovo letto in tutti i tunnel dell'America latina nel 2101. Witold Gombrowicz godrà di grande reputazione nei dintorni del Rio de la Planta verso il 2098. 
Paul Celan risorgerà dalle ceneri nel 2113. André Breton risorgerà dagli specchi nel 2071. Max Jacob smetterà di essere letto, cioè morirà il suo ultimo lettore, nel 2059. 
Nel 2059 chi leggerà Jean-Pierre Duprey? Chi leggerà Gary Snyder? Chi leggerà Ilarie Voronca? Ecco cosa mi domando. Chi leggerà Gilberte Dallas? Chi leggerà Rodolfo Wilcock? Chi leggerà Alexandre Unik?
Nicanor Parra, però, nel 2059 avrà una statua in una piazza del Cile. Octavio Paz, nel 2020, avrà una statua in Messico. Ernesto Cardenal, nel 2018, avrà una statua, non molto grande, in Nicaragua. 
Ma tutte le statue volano via, per intervento divino o più comunemente per la dinamite, come è successo alla statua di Heine. Perciò non confidiamo troppo nelle statue. 
Carson McCullers, tuttavia, continuerà a essere letta anche nel 2100. Alejandra Pizarnik perderà le sua ultima lettrice nel 2100. Alfonsina Storni si reincarnerà in un gatto o in un leone marino, non saprei precisarlo, nel 2050. 
Il caso di Anton Cechov sarà un po' diverso: si reincarnerà nel 2003, si reincarnerà nel 2010, si reincarnerà nel 2014. Alla fine scomparirà nel 2081. E poi mai più. 
Aliche Sheldon diventerà una scrittrice di massa nel 2017. Alfonso Reyes sarà definitivamente assassinato nel 2058, ma in realtà sarà Alfonso Reyes ad assassinare i suoi assassini. Marguerite Duras vivrà nel sistema nervoso di migliaia di donne nel 2035. 

Auxilio Lacouture

30.1.12

Ti sono eternamente grato




L'umanità, con tutta evidenza imperfetta, non ha ancora concluso il suo ciclo evolutivo. In un prossimo futuro, magari solo per comodità, i genitali dei due sessi saranno al posto oggi occupato dalla testa, e le bevute, sempre meno necessarie, le faremo sotto la cintura. Il che consentirà ai giovani e meno giovani di incastrarsi a dovere senza preliminari romantici e senza quel defalcante armeggiare con cerniere lampo e bottoni. In altre parole, gli umani saranno in grado di stabilire quello che Forster chiamava "un semplice contatto" aspettando che scatti il verde al semaforo, in coda al supermercato, sulla panca di una sinagoga o di una chiesa. Tanto il brutale "fottere" quanto il più delicato "fare l'amore" lasceranno il posto alla "capocciata" e a frasi tipo "Oggi passeggiando per la Fifth Avenue ho incrociato una bona pazzesca, e le ho dato una bella capocciata". 
L'aspetto sorprendente di questa evoluzione culturale è che i luoghi proibiti dove si daranno convegno i peccatori (sbottonandosi la patta o calandosi le mutande per fare due chiacchiere come si deve) non saranno più i bordelli o casini che dir si voglia, ma le biblioteche, sotto costante minaccia di chiusura a opera della Buoncostume letteraria. E la nuova malattia sociale sarà l'intelligenza. Quando tutto questo accadrà, ricordati che per la prima volta lo hai letto qui. 

Bernard "Boogie" Moscovitch 



2.1.12

Cultura e Valore










Oggigiorno la gente pensa che gli scienziati esistano per istruirla
al contrario dei poeti, dei musicisti, dei pittori ecc. il cui scopo è divertire. 
L'idea che anche costoro abbiano qualcosa da insegnare
non gli viene in mente. 

Ludwig Wittgenstein