26.7.11

Dietro un'enorme, impenetrabile "vu" doppia


[...]
Con l'aria dei vecchi che prevedono il tempo che farà, Marcovaldo mise il naso fuori e disse: - Stanotte sarà di nuovo una notte di GNAC. 
Qualcuno bussava alla mansarda. Aprirono. Era un signore con gli occhiali. - Scusino, potrei dare un'occhiata dalla loro finestra? Grazie, - e si presentò: - Dottor Godifredo, agente di pubblicità luminosa.
"Siamo rovinati! Ci vogliono far pagare i danni!" pensò Marcovaldo e gia si mangiava i figli con gli occhi, dimentico dei suoi rapimenti astronomici. "Ora guarda alla finestra e capisce che i sassi non possono essere stati tirati che di qua". Tentò di mettere le mani avanti: - Sa, son ragazzi, tirano così, ai passeri, pietruzze non so come mai è andata a guastarsi quella scritta della Spaak. Ma li ho castigati, eh, se li ho castigati! E può star sicuro che non si ripeterà più.
Il dottor Godifredo fece una faccia attenta. - Veramente io lavoro per la "Cognac Tomawak", non per la "Spaak". Ero venuto per studiare la possibilità di una rèclame luminosa su questo tetto. Ma mi dica, mi dica lo stesso, m'interessa.
Fu così che Marcovaldo, mezz'ora dopo, concludeva un contratto con la "Cognac Tomawak", la principale concorrente della "Spaak". I bambini dovevano tirare con la fionda contro il GNAC ogni volta che la scritta veniva riattivata.
- Dovrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso - disse il dottore Godifredo.
Non si sbagliava: già sull'orlo della bancarotta per le forti spese di pubblicità sostenute, la "Spaak" vide i continui guasti alla sua più bella rèclame luminosa come un cattivo auspicio.
La scritta che ora diceva COGAC ora CONAC ora CONC diffondeva tra i creditori l'idea di un dissesto; a un certo punto l'agenzia pubblicitaria si rifiutò di fare altre riparazioni se non le venivano pagati gli arretrati; la scritta spenta fece crescere l'allarme tra i creditori; la "Spaak" fallì.
Nel cielo di Marcovaldo la Luna piena tondeggiava in tutto il suo splendore. Era l'ultimo quarto, quando gli elettricisti tornarono a rampare sul tetto di fronte. E quella notte a caratteri di fuoco, caratteri alti e spessi il doppio di prima, si leggeva COGNAC TOMAWAK, COGNAC TOMAWAK, COGNAC TOMAWAK che s'accendeva e si spegneva ogni due secondi. Il più colpito di tutti fu Fiordaligi; l'abbaino della ragazza Lunare era sparito dietro un'enorme, impenetrabile "vu" doppia. 

Italo Calvino - Luna e GNAC 

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